Villafranca Padovana
Lutto per il ciclismo veneto e in modo particolare la Commissione Regionale Giudici di Gara. E’ morto oggi a Villafranca Padovana, sua città, il commissario di gara Carlo Bortoletto. Aveva 60 anni e seguiva dal 1985 le gare in moto. A dare la notizia sono stati il presidente della Federciclismo del Veneto, Igino Michieletto e il coordinatore della Commissione Regionale Giudici di Gara, Sandro Checchin. Carlo Bortoletto, secondo quanto si è appreso, gestiva con la famiglia il “Panificio Bortoletto” situato al centro della città.
“Abbiamo perso Carlo il nostro storico giudice in moto – ha affermato Checchin con grande dispiacere – . Sono sconcertato perché sapevo che in questo periodo non stava bene ma pensavo che alla fine avesse risolto tutti i problemi di salute.
Addirittura sabato sera era a casa con gli amici e di recente ci eravamo anche sentiti. Pensavo che la fase critica fosse stata superata tanto che ci eravamo dati appuntamento per il Convegno Regionale programmato per domenica 16 febbraio a Castelfranco Veneto. Addirittura ieri sera una collega era stata con
lui al telefono per tanto tempo e nulla aveva fatto supporre ad un una simile notizia”.
“Come un fulmine a ciel sereno ci è arrivata l’inaspettata notizia dell’improvviso decesso di Carlo Bortoletto, lasciandoci senza parole e un velo di tristezza – ha proseguito Sandro Checchin – . Ricorderemo tutti la sua straordinaria e generosa passione per il ciclismo e soprattutto l’impegno nel ruolo di Giudice
di Gara che esercitava con serietà e imparzialità. Proprio nel corso del prossimo convegno tecnico era prevista per lui la consegna dell’attestato di benemerenza per i 35 anni di ininterrotta attività”.
“Inquesto momento triste – ha detto il coordinatore della Commissione Regionale – tutti i Giudici di Gara del Veneto esprimono le più sentite condoglianze e si uniscono in un ideale abbraccio alla famiglia di Carlo, in particolare al fratello, con cui gestiva l’attività professionale e al nipote Matteo. Di Carlo ci mancherà il carattere gioviale e l’autoironia con le quali affrontava le situazioni in gara”. “Ci mancheranno i gustosi racconti degli aneddoti che gli erano accaduti nelle gare e che amava ricordare nelle varie occasioni – ha concluso Sandro Checchin – . Ci mancheranno anche le sue critiche fatte con garbo e con il sorriso. Ci mancherà un amico”.
F.C.