Badoere di Morgano (Treviso)
L’antica filanda della famiglia Colombo, a Badoere di Morgano, in provincia di Treviso, è stato il meraviglioso scenario per la cerimonia delle premiazioni della 27^ edizione del prestigioso Premio “La Rotonda di Badoere 2020”. Il riconoscimento che sin dalla sua nascita, avvenuta nel lontano 1991 grazie a due compianti amici Orlando Guerra e Roberto Voltan, viene consegnato ogni anno a tecnici, organizzatori e giornalisti impegnati nella promozione del ciclismo. Nella sua lunga storia soltanto lo scorso anno non si potette svolgere a causa delle restrizioni causate dalla pandemia.
E’ stata una giornata molto bella e di festa quella condotta da Mario Guerretta e messa a punto dal Comune di Badoere, dal Gs Badoere, dall’Uct Montebelluna con la collaborazione della compagine di calcio locale che ha visto la partecipazione di illustri ospiti e tra loro il vice presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Ruggero Cazzaniga che era affiancato dal consigliere nazionale Fabrizio Cazzola, quindi i presidenti del Coni del Veneto e della Provincia di Treviso, Dino Ponchio e Mario Sanson, il presidente della Federciclismo del Veneto, Sandro Checchin ed i past president, Raffaele Carlesso ed Igino Michieletto e l’ex campione olimpico Silvio Martinello.
A ricevere gli ambiti riconoscimenti sono stati il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana della Pista, Marco Villa, reduce da i successi dalle Olimpiadi di Tokyo e da i Campionati Mondiali in Francia; lo scopritore di talenti e Direttore Sportivo del Team Breganze, Stefano Franco, la Nuova Ciclistica Placci 2013 ed il celeberrimo giornalista, scrittore e commentatore televisivo, Beppe Conti.
Prima di dare inizio alla cerimonia delle premiazioni la famiglia Colombo con in testa la capostipite, signora Margareth ed i suoi figli Mario e Carlo, il sindaco di Morgano, Daniele Rostirolla e il presidente dell’Uct Montebelluna, Gianni Zanatta hanno rivolto il benvenuto agli ospiti. La titolare dell’antica filanda ha raccontato la storia che ha contraddistinto l’azienda tessile trevigiana nata agli inizi del Novecento e che è stata tra le prime in Italia.
“Desidero portare i saluti dell’Amministrazione che rappresento – ha precisato Rostirolla – e sono molto contento che siamo riusciti a recuperare e portare avanti questa nostra tradizione che lo scorso anno per motivi che ben sappiamo non fu possibile riproporre. Una tradizione che per noi è molto importante perché legata al ciclismo che ha una forte radicazione nel nostro territorio. Ringrazio per l’ospitalità la famiglia Colombo e auguro un buon premio e che questo sia il modo per proseguire con continuità e maggior forza il Premio a favore del mondo del ciclismo”.
Subito dopo ha preso la parola Ruggero Cazzaniga che ha ringraziato per l’invito. “Ci tengo a farlo a tutte quelle persone che operano nel grande volontariato e che stanno dietro le quinte e il loro ruolo pochi lo vedono. Un ringraziamento lo rivolgo a Mario Penariol perché in questi otto anni svolti nella Struttura Tecnica abbiamo lavorato bene”.
“Sono felice e onorato di essere qui in questo sito che è bellissimo – ha sottolineato Ponchio – . Lo sport è ripartito alla grande e con voglia, determinazione ed entusiasmo ricordo che siamo in provincia di Treviso e nel Veneto. Regione che è una forza straordinaria nel mondo dello sport tenendo presente che dispone di 13.860 società, che a volte non si sottolinea abbastanza, con 600 mila tesserati e 200 mila addetti ai lavori. Persone che danno tutto se stesse e tempo allo sport e dove quello professionistico è lo 0,8% e il 99,2% è fatto da volontari. Grazie perché questa è l’occasione in cui si onora chi ha onorato lo sport. Da giovane non mi piacevano molto le cerimonie ma ora da adulto le apprezzo perché gratificano chi ha dato molto allo sport e un minimo di riconoscenza formale è molto importante”.
Subito dopo è seguito quello di Cazzola. “Grazie per l’invito e non lo nego che mi sono emozionato quando sono arrivato in questa filanda che rappresenta un importante punto di riferimento per il settore tessile della provincia di Treviso – ha detto – e per questo mi sono sentito subito a casa. Situazione che ho vissuto anche quando ho ricevuto l’invito. E’ stato un piacere essere presente e rappresentare quelle che sono le attività di base. Ritornando ai numeri esposti dal presidente Ponchio posso dire di essere felice anche perché noi abbiamo 18 mila ragazzini che svolgono l’attività ciclistica. Numeri importanti che ci consentiranno di avere un bel futuro”.
“Per me oltre che un piacere è un onore essere qui a rappresentare il ciclismo Veneto – ha sottolineato dal canto suo Sandro Checchin – anche per la location perché fa da sintesi a quello che è avvenuto negli ultimi due anni, un periodo difficilissimo, che abbiamo superato grazie anche al connubio delle Amministrazioni Pubbliche che ci hanno supportato e la classe imprenditoriale che ci ha appoggiato nelle nostre manifestazioni. Il ciclismo ancora una volta ha dato dimostrazione di unire e non dividere e soprattutto riesce a cogliere gli aspetti positivi e migliori”.
A inaugurare la serie delle premiazioni è stato il tecnico Stefano Franco alla guida di una formazione femminile che riscuote tanti consensi e che dopo aver ringraziato ha precisato: “Ho corso fino alla categoria dilettanti e sono stato un corridore mediocre dopo ho dovuto svolgere il servizio militare e sono stato anche fuori dal mondo del ciclismo per circa dieci anni. Poi mi sono avvicinato alla società del mio paese e al settore femminile nel 2006 seguendo poi tutte le categorie nel 2018 sono passato all’Astana e adesso sono direttore sportivo del Team Wilier che porta il nome della compianta Chiara Pierobon”. “Come società abbiamo confermato le ragazze che avevamo in organico – ha concluso – abbiamo voluto tenerle con noi per dare loro la possiblità che crescano in una società che conoscono e poi ci saranno cinque ragazze del primo anno”. A consegnare il premio è stato Raffaele Carlesso che ha precisato: “Sono contento perché qualcosa l’ho fatta anch’io per la nascita del Premio Rotonda di Badoere”.
E’ seguita poi quella di Beppe Conti, dedicata alla Memoria di Adriano Morelli, da parte del past presidente dell’Alto Adige-Sudtirol, Nino Lazzarotto.
“Quello di scrivere libri è il mio debole – ha raccontato Conti – . Ho cominciato ad occuparmi di ciclismo nel 1966 come corridore esordiente e ho vinto dieci corse in cinque anni. A 19 anni ho capito che era meglio scrivere e quindi sono stato molto lucido perché non era il caso di insistere anche se come corridore sono stato il numero tre in Piemonte. Ho cominciato a scrivere di calcio alla ‘Gazzetta dello Sport’ ma il mio sogno era quello di scrivere del Giro d’Italia ed ero chiuso e allora ho cambiato giornale passando a ‘Tuttosport’ e il mio sogno penso di averlo realizzato perché di Giri ne ho seguiti 43. Poi, però, quest’ultimo giornale mi ha prepensionato perché come inviato costavo troppo e i quotidiani erano in crisi e grazie ad Auro Bulbarelli la Rai mi ha voluto come opinionista che faccio dal 2010”. “Continuo a scrivere libri che sono già una trentina – ha concluso – e questo è avvenuto grazie al fatto di aver conosciuto i grandi del ciclismo intervistando Alfredo Binda, Costante Girardengo, Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Alfredo Martini e tutti i gregari di Fausto Coppi. Grazie a queste conoscenze, frequentazioni e a tutto questo ciclismo che riesco a raccontare queste storie”.
Lazzarotto che dopo aver consegnato il riconoscimento, rappresentato da una statuetta dorata con un ciclista che viene accompagnato alle gare dal proprio direttore sportivo, ha ricordato come è nata la scelta del simbolo del Premio Rotonda di Badoere.
Subito dopo è toccato a Marco Selleri, presidente della Nuova Placci, ricevere il riconoscimento per il settore organizzativo. Al conduttore della cerimonia, Guerretta che ha chiesto la motivazione della denominazione Nuova Placci, Selleri ha risposto: “Perchè nel nostro paesino e mi va di citarlo perché si chiama Mordano (Bologna), e a differenziare i nomi delle due località, che sono accomunate dal settore tessile, c’è solo la lettera G. Il nome di Nuova Ciclistica Placci è nato con l’esplosione del calcio e di conseguenza 10 anni fa si era creata la Polisportiva ma poi, noi addetti al ciclismo, ne siamo usciti e abbiamo dato vita alla Nuova Ciclistica Placci che nel 2022 compirà 100 anni della fondazione dedicata al ricordo di un ciclista Antonio Placci nel 1921 a Imola”. “ExtraGiro è stato creato l’anno scorso – ha continuato – quando c’era soprattutto la necessità di partire con il ciclismo perché il Covid aveva preso il sopravvento e quindi la Federazione Ciclistica aveva bisogno di ripartire e con l’equipe dei commissari tecnici Davide Cassani, Marco Villa, Edoardo Salvoldi e Rino De Candido, decidemmo di ripartire e ci fu chiesto di farlo ad Imola dove ha sede l’autodromo Enzo Ferrari e dove nacque l’ExtraGiro. Località dove si parla non soltanto di ciclismo ma di mobilità e dove si sta occupando di corsi di formazione per il futuro affinchè subentri anche la bike economy dove noi siamo ancora abbastanza indietro. L’ExtraGiro è partito nel mese di luglio dello scorso anno con 14 corse di mountain-bike, pista e strada”. “L’organizzazione mondiale è stata un’avventura molto bella – ha concluso Selleri – e il mio cuore batte prevalentemente per i giovani a cui tengo in modo particolare perché sono la linfa del ciclismo e senza di loro non ci sarebbe nemmeno Beppe Conti che ne parlerebbe. Con il Giro Under 23 abbiamo ancora un anno di assegnazione e cercheremo di portarlo avanti anche se l’apparato dei Commissari Tecnici non è più quello di prima ma la mia missione è appunto quella di portarlo avanti anche il prossimo anno”. A premiarlo con il Memorial Orlando Guerra e Roberto Voltan è stato Igino Michieletto che ha ringraziato Sellari per l’impegno profuso precisando che: “Chi organizza gare deve essere considerato un benemerito per il gran numero di difficoltà da affrontare”.
La serie delle premiazioni è stata conclusa con quella riservata al Ct della Nazionale della pista Marco Villa reduce da i successi di Tokyo e di Roubaix. A consegnare il riconoscimento sono stati Daniele Rostirolla e Ruggero Cazzaniga. Ad introdurre la premiazione l’ex campione olimpico e commentatore televisivo, Silvio Martinello che proprio in coppia con Villa aveva conquistato due titoli mondiali nella specialità Americana e vinto tre edizioni della Sei Giorni di Milano.
“E’ stato un 2021 lungo culminato dopo un lavoro di anni iniziato nel 2008 quando ho smesso di correre – ha raccontato Marco Villa – . Sono stato collaboratore della nazionale e ho provato nel 2012 e poi riprovato ed è andata bene con Elia Viviani. Ho concluso un lavoro di squadra e per un tecnico vincere un titolo olimpico nella specialità individuale e di squadra è stupendo. Un lavoro lungo che mi ha regalato tante soddisfazioni”.
Prima di consegnare il riconoscimento Martinello, che era affiancato dal papà e dal nonno di Francesco Lamon, componente il quartetto vincitore del titolo olimpico e di quello iridato, in Francia, ha precisato che: “Grazie per la possibilità che mi è stata data per potermi complimentare personalmente con Marco. Villa ha sottolineato le difficoltà incontrate all’inizio e quando mi è stato chiesto di commentare questi risultati mi sono soffermato sul grande lavoro che Marco ha svolto e che sta facendo e mi auguro che possa continuare a farlo con sempre maggiore efficacia perché ha a disposizione un gruppo che può veramente scrivere un ciclo abbastanza lungo in quanto composto da ragazzi tutti molto giovani”.
“Il suo grande lavoro – ha proseguito Martiello – è stata la capacità di far sedere allo stesso tavolo gli atleti che appartengono quasi tutti a gruppi sportivi professionistici importanti, anche i loro team manager e i direttori sportivi per condividere un percorso e quello credo che sia stata la grande difficoltà ora avrà maggiore facilità perché con i risultati ottenuti è chiaro che ora possono essere affrontati con argomenti ben diversi. Per condividere questo percorso le difficoltà le può spiegare molto bene solo Marco perché non si tratta solo di dire nel 2021 andiamo ai Giochi Olimpici ma per raggiungerli c’è un percorso di selezione molto difficile e complicato in quanto solo otto formazioni erano in gioco e a contendersi quella medaglia. Quindi bisogna condividere con atleti che appartengono a questi gruppi, che chiaramente sono un patrimonio e che hanno una loro attività e le loro necessità e quindi la possibilità di avere a disposizione degli atleti che Villa è riuscito a portare a straordinari limiti cronometrici”.
“Un lavoro che deve rendere fiera la Federazione Ciclistica Italiana intera – ha concluso Martinello – e chiaramente mi auguro e mi rivolgo soprattutto a chi ha la responsabilità di gestire il movimento in questa fase che non rimangano risultati fini a loro stessi perchè ci devono indurre ad investire sull’attività di base che, purtroppo, è ancora carente nel nostro Paese. Credo che il movimento intero debba dire grazie a Marco per ciò che ha fatto e l’augurio è che abbia ancora strumenti sempre più efficaci per poter continuare questo straordinario lavoro. Complimenti”.
“Quando ho smesso di correre avevo già idea di come dovevo lavorare e quello che mi ha dato di più nella facilità del lavoro – ha sottolineato subito dopo Marco Villa – è stata la credibilità dei team manager e dei direttori sportivi per arrivare a dei risultati perché lavorando con professionisti che hanno grande attività durante l’Estate il nostro punto di difficoltà era che le coppe del mondo di qualificazione per arrivare a Tokyo erano invernali. Un periodo dove normalmente un atleta deve riposare e quindi era un impegno in più che dovevamo chiedere a ragazzi e alle squadre e con una programmazione finalizzata a maggio per il Giro d’Italia o a luglio per il Tour de France”.
“Mi sembra di aver attuato bene il lavoro di gestione degli atleti – ha cocluso Villa – e che ha portato frutti non solo su pista ma anche su strada e tutto questo ha facilitato il percorso”.
Prima di iniziare la cerimonia Villa era stato intervistato sulla vicenda legata al furto delle biciclette avvenuta in Francia in occasione dei Campionati Mondiali su pista. “Quando ho saputo della notizia del loro ritrovamento sono stato felicissimo – aveva sottolineato – ma a preoccuparmi ora sono tutti i lunghi passaggi che dovranno essere fatti per il loro rientro in Italia in quanto sono state coinvolte le forze di polizia di tre Paesi diversi, Francia, Romania e Italia e questo potrebbe allungare i tempi che qualcuno teme possano durare addirittura due anni. Speriamo proprio di no”.
Francesco Coppola