Cadoneghe (Padova)

E’ stata una meravigliosa parata dei campioni del passato e del futuro quella che si è svolta domenica 10 novembre presso il Ristorante “Gambaro” di Cadoneghe, in provincia di Padova, in occasione della 48^ edizione del Ritrovo delle Glorie del Ciclismo Triveneto. Un evento  importante che ha visto sfilare numerosi corridori e dirigenti di società del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino Alto Adige e delle altre vicine regioni che hanno voluto rendere omaggio al sodalizio guidato da Mario Beccia e da Simone Fraccaro. E’ stata una manifestazione quella condotta da Mattia Garzara, che ha visto la partecipazione di oltre 250 invitati che hanno a lungo applaudito gli interventi dei grandi ospiti e tra loro il mitico Giuseppe Saronni, il giornalista e scrittore, Beppe Conti i componenti il quartetto vincitore del Campionato Mondiale del 1987 a Villach, in Austria,

Mario Scirea, Flavio Vanzella e Roberto Fortunato ( assente Eros Poli) e  quindi il loro Commissario Tecnico della Nazionale, Edoardo Gregori e il campione vincitore dei Giri d’Italia, Gilberto Simoni.

  Ad inaugurare la serie degli interventi e a portare il saluto dell’Associazione agli ospiti, sono stati Mario Beccia e Simone Fraccaro.

  “Volevo ringraziare tutti per la presenza e se la nostra festa diventerà bella sarà grazie alla vostra presenza e quindi rivolgo un applauso a tutti voi che rendete grande il passato del ciclismo e che è una iniziativa organizzata dai presidenti che ci hanno preceduti e tutto questo mi fa molto piacere che possa accadere. Ci tengo a dire che avvicinandoci al cinquantesimo anniversario abbiamo pensato di creare un nuovo abbigliamento grazie a Simone Fraccaro che ha messo a disposizione una nuova linea. Grazie per essere a tutti i presenti e a quanti collaborano con la nostra Associazione”.

  Subito dopo sono stati presentati i componenti del Direttivo del Sodalizio che affiancano Beccia e Fraccaro, ovvero, Italo Bevilacqua, Aldo Beraldo, Tullio Bertacco, Flavio Miozzo, Romano Tumellero e i non presenti per motivi di famiglia Giuliano Cazzolato e Adriano Filippi. Subito dopo è intervenuto l’ex presidente delle Glorie del Ciclismo Triveneto, Renato Giusti che ha salutato tutti e soprattutto i campioni presenti e ha auguro una buona festa.

  La cerimonia è entrata nel vivo con l’intervento di Beppe Conti che ha precisato: “Per me essere qui è un momento di grande passione, uno che conosce la storia del ciclismo e che cerca sempre di aggiornarla riguarda tutti i campioni che hanno vinto corse importanti. Questi sono momenti in cui mi servono per continuare a poter raccontare storie e quindi vi ringrazio e spero di poter averne altre nuove da raccontare”.

 E’ toccato poi a Giuseppe Saronni, uno dei ciclisti italiani più vincenti di sempre con all’attivo anche due successi ai Giri d’Italia, la Milano-Sanremo, il Lombardia. “Tadej Pogacar – ha sottolineato – è un grande ciclista, un autentico fenomeno e un campione di quelli che nascono ogni tanto. Devo dire che vedere questo ragazzo all’opera è qualcosa di veramente emozionante perché ha la facilità e la freschezza. Il suo modo di correre è veramente qualcosa di incredibile e pensate che io per vincere dovevo calcolare tutto, soffrire, facevo tanta fatica e, invece, quando vedo questo ragazzo penso accidenti io dovevo fare tanta fatica bestia ma lui è proprio un fenomeno”. “E’ piacevole sapere che lui fa parte dei cinque o sei corridori importanti che credo abbiano avvicinato tanti sportivi e tanti tifosi al ciclismo – ha proseguito – perché sono dei ragazzi veramente forti e tremendi e lavorano in maniera eccezionale. Tadej e gli altri sono veramente bravi perchè stanno riportando l’attenzione verso il nostro sport che forse mancava da tanto tempo”.

  “La verità è che lui conosce Pogacar da tanto tempo – ha aggiunto Beppe Conti – e lo ha scoperto da quando era juniores”. “Ho avuto degli amici e delle collaborazioni con il mondo ciclistico in Slovenia e tra loro Andrea Autman, Ct di quel Paese – ha replicato Saronni – che ci indicava sempre tanti ragazzi validi e che siamo arrivati ad un certo punto che mi disse che ‘abbiamo un ragazzo sloveno che io non ho mai visto ed è qualcosa di eccezionale’. Dopo che arrivano tante proposte e credere che fosse così fenomenale non era facile. Sono andato a vederlo ad una corsa, aveva 17 anni e correva già con squadre Professional e ad un certo punto ad un arrivo in salita lo ha affrontato con una facilità e una freschezza che non si vedono più oggi. Per l’occasione staccò tutti vincendo in maniera grandiosa e fu qualcosa di eccezionale. Da allora ho capito che lui aveva qualcosa in più sicuramente”. “Lo ho messo sotto contratto che si riprometteva che entro due anni doveva passare professionista – ha proseguito Saronni – cosa che è avvenuta con il passaggio alla UAE vincendo nel primo e nel secondo due Tour dell’Avvenire e che nessuno se lo aspettava. L’unico rammarico è che è nato a qualche chilometro oltre il confine italiano. Se fosse stato nostro connazionale ora saremmo stati stati a gioire alla grande”.

  “E’ vero – ha sottolineato Conti – l’unico rammarico è che la mamma avrebbe dovuto partorire a Gorizia e non in Slovenia. Ormai il ciclismo è al livello mondiale e godiamoci questi eventi che sono per tutti ed internazionali”.

  Alla domanda sulla rivalità con Francesco Moser Saronni ha risposto: “Non molta ma soprattutto ci tengo a ringraziare dell’invito Mario Beccia e Simone Fraccaro perchè quando vengo qui incontro tanti amici. Siete un bel gruppo che noi ad esempio in Lombardia non riusciamo a fare. Avete una storia, la più grande del ciclismo degli ultimi anni, e meritate veramente un applauso perchè siete veramente un gran bel gruppo e mi fa piacere incontrarvi e salutarvi”. “Con alcuni di voi abbiamo vissuto momenti belli e meno belli perché nello sport c’è anche questo – ha proseguito Saronni – . Vi vedo veramente volentieri e ci raccontiamo i momenti vissuti e questo mi fa molto piacere. Grazie e siete veramente un bel gruppo”.

  “Solo in Veneto si possono fare queste belle feste – ha precisato Conti – io arrivo da Torino e sono mezzo torinese e metà emiliano ma sicuramente in Piemonte, la terra dei campionissimi, noi dovremmo avere delle tradizioni straordinarie ma feste del genere non si riescono a fare. Siete molto bravi. La cosa più incredibile è che Il Giro d’Italia è nato nel 1909 ma sapete chi è stato il primo veneto a vincerlo, Giovanni Battaglin, nel 1981; è questa una delle cose incredibili. Il prossimo luglio saranno quarant’anni che un francese non vince il Tour de France ed è pazzesca questa storia che dura dal 1985”.

  Ma il conduttore della cerimonia è tornato nuovamente sulla rivalità tra Moser e Saronni e per questo ha risposto Beppe Conti che “Non c’è che l’imbarazzo della scelta. C’è da premettere che quando loro correvano io c’ero ed ho cominciato allora alla Gazzetta dello Sport e nel 1976 fu la prima Sanremo che dovetti seguire e il ‘momento Moser-Saronni’ è stato il più bello da seguire, da poter scrivere e da riempire pagine dei giornali. E’ stato veramente un momento magico. La cosa bella è che quando loro due correvano Saronni, mi chiamava ‘Beppe Moser’ e la grande soddisfazione era che passata una vita ha voluto che lo stesso scrivessi una specie di autobiografia e insieme a lui abbiamo realizzato un libro due anni fa  per i 40 anni dal Mondiale di Goodwood. E’ stato bellissimo perché abbiamo proprio raccontato tutto quel ciclismo che evidenziava la sua serietà e la brillantezza. Nella quarta pagina di copertina ci siamo quindi io e lui che brindiamo con una bottiglia di vino Moser”.

  “Il Mondiale di Goodwood, dopo che avevamo perso quello di Praga in maniera brutta per le rivalità interne esistenti tra noi – ha continuato Saronni – non potevamo sbagliare l’anno dopo e tra l’altro lo abbiamo vinto superando i nostri cugini e quindi non potevamo sbagliare e deludere i nostri sportivi e tifosi che sono sempre stati i più numerosi ai mondiali in quegli anni. Quindi con Alfredo Martini abbiamo messo in atto una bella tattica e c’è stato un momento particolare, tra i più belli secondo me per la rivalità tra me e Moser, verificatasi a un chilometro dall’arrivo quando tutta la squadra aveva fatto tutto quello che doveva fare ad un certo punto Francesco che era davanti a me e aveva ricucito un paio di buchi, ho capito che non ne aveva più perchè aveva tutto quello che poteva. Lo affiancai e ci rivolgemmo uno sguardo; ma nessuno di noi aveva il fiato per parlare. Io perché dovevo giungere all’arrivo in volata e lui perché aveva dato tutto. Lui mi guardò e in quel gesto c’era tutto il significato ‘ho fatto tutto e adesso pensaci tu’ ed è stato un momento veramente bello”.

  “Nel 1979 – ha raccontato Conti – al Giro d’Italia ci furono cinque cronometro perchè Moser doveva finalmente vincerlo e Saronni ci disse che era giro disegnato per Moser e se non dovesse vincerlo saremmo tutti molto dispiaciuti. Due anni fa Saronni ha festeggiato i 40 anni dalla fucilata di Goodwood 1982-2022 e sapete cosa ha fatto Giuseppe, ricordando che Bearzot e Paolo Rossi quell’anno l’Italia vinse i Mondiali di calcio, radunò nell’Estate del 2022 tutta la nazionale che aveva partecipato a  Goodwood e tutti e a tutti i dodici componenti la squadra azzurra di ciclismo regalò a tutti una maglia di campione del mondo. Un gesto molto bello e inedito nel ciclismo e naturalmente non era mai stato fatto. Ma la risposta di Moser alla consegna della maglia fu ‘ne ho già due’”.

  La manifestazione è proseguita con la premiazione dei giovani talenti come avviene da diversi anni. A ricevere per primo il riconoscimento è stato tra gli Junior del Primo Anno, Alessio Magagnotti, portacolori della Autozai Contri, che ha totalizzato 8 vittorie su strada ed è stato campione del mondo ed europeo dell’Inseguimento a Squadre. A premiare il giovane corridore, che era accompagnato dallo storico dirigente del suo team, Gianni Bertoldo, da i genitori e dalla fidanzata, sono stati Mario Beccia e Simone Fraccaro. Magagnotti, che frequenta il quarto anno di Informatica ed è allenato da Fausto Boreggio, ha precisato: “E’ stata una stagione che è andata bene dopo un inizio un pò così e tra gli obiettivi del prossimo anno ci sarà quello di confermarmi e provare a vincere qualcosa di più importante. Ma soprattutto a fare squadra in considerazione che ci sarà il cambiamento di molti componenti”.

  E’ toccato poi all’Allieva, Linda Rapporti, del Team Breganze Millenium, che ha totalizzato sei vittorie su strada nel 2024. L’atleta, che è vicentina frequenta il terzo anno della Scuola Socio-Sanitaria, ha precisato che: “E’ stata una stagione molto bella e sono contentissima. Sono riuscita a raccogliere parecchi risultati nelle specialità cronometro e su strada e per il prossimo anno spero di ottenerne altri ottimi”.

  Tra le società premiate lo storico Gruppo Sportivo Tavo di Campodarsego, della provincia di Padova, rappresentata dal presidente, Manuel Bisello e dal vice, Ivo Rizzato. “La nostra società si occupa di atleti di formazioni giovanili – hanno raccontato – abbiamo 25 giovanissimi e 12 esordienti ed organizzato cinque manifestazioni. Siamo felicissimi di vedere impegnati nel ciclismo i bambini che rappresentano il nostro futuro. Noi diamo in massimo ma il problema è che ci sono molte squadre che chiudono e ci troviamo quindi con numero di corridori molto elevato”.

  E’ toccato quindi all’ex Ct, Edoardo Gregori, insieme all’ex consigliere federale, Giuseppe Soldà, ricevere i premi consistenti in quadri realizzati da Vico Calabrò e da Primo Canepari.

  Sono stati premiati i componenti il quartetto vincitore del Mondiali della Cento Chilometri a Squadre a Villach nel 1987: Mario Scirea, Flavio Vanzella e Roberto Fortunato. Assente Eros Poli.

  “E’ un piacere per me ricordare questi talenti ed il loro maestro, Edoardo Gregori – ha sottolineato Beppe Conti – . La 100 chilometri è una gara molto importante anche per formare il carattere dei protagonisti e faceva da ingresso al professionismo. Erano dei talenti naturali che si sono quindi confermati e a dimostrarlo è stato Vanzella che ha indossato per due giorni la maglia gialla al Tour de   France del 1994 ed è stata un’impresa che non va dimenticata”.

  I tre componenti hanno ringraziato per i riconoscimenti ricevuti e a prendere la parola è stato Roberto Fortunato. “Io sono l’unico che non ha continuato con la bicicletta perchè sono stato un Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri. Quello che principalmente ricordo di quella vittoria al Mondiale è che eravamo veramente quattro ottimi e grandi amici”.

  La serie degli interventi è stata conclusa dal due volte vincitore dei Giri d’Italia nel 2001 e nel 2003, Gilberto Simoni. “Dopo diversi anni mi sono ritrovato con l’amico Flavio Miozzo e abbiamo condiviso un progetto che arriva dall’Ungheria – ha detto – con un nuovo sponsor che ha voglia di investire nel ciclismo e di farlo crescere e che si sono appoggiati a noi. Quando lo hanno fatto ho cercato subito Miozzo perché conosco il suo modo di lavorare e farli crescere in tranquillità. E’ un bel binomio e c’è anche lo Stato che vuol far crescere e portare ad alti livelli il ciclismo in Ungheria. Ci sentiamo partecipi di questo progetto e speriamo che i nostri ragazzi vadano bene e che la squadra possa raggiungere grandi risultati. Il 2024 è stato il primo anno ed abbiamo vinto la classifica a squadre. Questo ci fa ben sperare e ci onora. Speriamo che anche il prossimo anno ci dia soddisfazioni e che riusciamo a trovare un ciclista ungherese che abbia voglia di far fatica”.

  La cerimonia si è conclusa con gli omaggi floreali consegnati alle mogli di Roberto Visentini, Flavio Vanzella e alla signora Anna Zambon e il saluto e i ringraziamenti di Mario Beccia e Simone Fraccaro.

 

Francesco Coppola